“Lo scopo della scuola è quello di trasformare gli specchi in finestre”
Sydney J. Harris
Le fasi del progetto
Il progetto di laboratorio teatrale si svolge in due fasi:
– durante la prima fase, quella di osservazione del gruppo, il conduttore si concentra sull’osservazione delle dinamiche di gruppo, proponendo esercizi di training che facilitino i ragazzi nella conoscenza reciproca e integrino eventuali nuovi partecipanti al gruppo.
– durante la seconda fase, ovvero la fase di creazione e messa in scena dello spettacolo finale, il conduttore propone un copione teatrale, diverso ogni anno a seconda delle caratteristiche del gruppo, e guida i ragazzi nello studio del personaggio e della messa in scena.
Perché scegliere di introdurre un laboratorio teatrale a scuola
Oltre ad essere un’esperienza divertente e molto dinamica, soprattutto se svolta assieme ai propri compagni di classe, generalmente vissuti e conosciuti soltanto dal punto di vista “scolastico”, gli obiettivi che il laboratorio teatrale si prefigge sono divisi per aree d’interesse:
Area psicomotoria e sensoriale
– favorire il benessere psicofisico all’interno del gruppo
– offrire una serie di esercizi e di giochi educativi che sviluppino le abilità paraverbali e non verbali
– offrire esercizi che stimolino la propria parte creativa
– incoraggiare l’espressione delle proprie emozioni e dei propri vissuti
– rinforzare e creare occasioni di socializzazione e di gioco con i coetanei
– implementare il bagaglio di esperienze interpersonali
– saper smontare e rimontare i meccanismi della comunicazione, usando tutti i tipi di linguaggio conosciuti
– conoscere il linguaggio teatrale
Area delle competenze musicali
– trasmettere conoscenze basilari riguardo al canto e alla danza
– sviluppare il senso del ritmo, anche in relazione al gesto e alla parola
– incoraggiare l’ascolto delle proprie emozioni correlate alla musica
– offrire momenti di didattica tramite audiovisivi con visione di spezzoni teatrali
Esercizi di training
Gli esercizi di training fungono da vera e propria “palestra emotiva” per i partecipanti, che imparano ad entrare in relazione con le proprie parti creative e con le proposte creative dei compagni. Ai partecipanti viene spiegato di volta in volta dall’insegnante l’esercizio (più esercizi per ogni lezione): alcuni tipi di esercizi esigono uno svolgimento molto preciso e aderente alla richiesta dell’educatrice, altri esercizi possono invece essere svolti più liberamente. Questi ultimi chiamano in gioco la fantasia e l’espressività dei singoli e solitamente vengono condivisi con il gruppo al termine dell’esercizio, in modo che tutti possano osservare l’interpretazione dei compagni e farne tesoro. Il training tocca diverse arre tematiche: la respirazione, il rilassamento, l’uso della
voce inusuale, quindi staccato dal contesto in cui normalmente la si usa per comunicare pensieri, utilizzando invece suoni e rumori per accompagnare gesti e scene. L’improvvisazione, per stimolare e incoraggiare l’uso delle immagini e delle suggestioni che si presentano nella mente dei ragazzi quando viene loro fornito dall’insegnante uno stimolo (verbale o fisico). La prossemica, ovvero la vicinanza o lontananza dei corpi tra loro sulla scena, per sviluppare il senso di relazione col gruppo-teatro e le potenzialità espressive del movimento corporeo in relazione ad altri corpi.
Durata
La durata può essere concordata con il gruppo insegnanti. E’ preferibile sia a cadenza settimanale di un’ora e mezza. Il progetto termina con uno spettacolo (se un allievo non desidera prendervi parte non è obbligato a farlo). È richiesta una partecipazione attiva e costante al corso per non perdere le tappe del lavoro che implica sempre interdipendenza tra le parti.
Ogni progetto è personalizzabile!
Come educatrice ritengo interessante e motivante, sia per me che per i miei allievi, poter lavorare su qualche tematica sentita in primo luogo dai partecipanti o dalle insegnanti. Si possono creare spettacoli tratti dai classici, oppure rivisitazioni di libri, favole, film. Si può lavorare sulle tematiche sociali dell’affettività, del bullismo, del gioco virtuale, per citarne alcune. Oppure si può scrivere un testo direttamente prendendo le idee dei bambini. Non mi piace costruire spettacoli preconfezionati. Meglio sporcarsi le mani di mille colori veri.